Chi mi segue sa che ho una passione smodata per i dolci antichi, semplici e che profumano di storia. Inoltre, coltivo una dignitosa dipendenza per i taralli pugliesi. Le due cose mi hanno portato a ‘testare’ questo dolcetto che, in Puglia, è consuetudine preparare sotto le feste, dal 13 dicembre in poi, gli occhi di Santa Lucia. Questi biscotti consistono in taralli, friabili e profumati (ma senza zucchero!), coperti da una dolcissima glassa di zucchero a velo ed acqua (c’è chi usa l’albume, ma io preferisco ‘alleggerire’ e non rischiare!). Possono essere personalizzati, aggiungendo della scorza d’agrume o della cannella, all’impasto o alla glassa, ma la versione classica, con semi di anice, per me rimane imbattibile. Si conservano per lungo tempo, chiusi in una latta, ma finiscono prima di poterli conservare…
Ingredienti
- 200 g farina, 80 g vino bianco, 60 g olio evo, 1 cucchiaino di semi di anice
- 125 g zucchero a velo, 20 g acqua
Procedimento
- Preparo l’impasto: metto in una ciotola la farina, i semi di anice ed aggiungo l’olio evo.
- Mescolo con una forchetta fino a ‘sabbiare’ il composto.
- Aggiungo il vino bianco, ben freddo, e lavoro con le mani fino ad ottenere un panetto omogeneo e compatto.
- Avvolgo nella pellicola e lascio riposare almeno mezz’ora.
- Ricavo delle noci di impasto di circa 10-15 g e le allungo a formare dei serpentelli; infine, richiudo quest’ultimi a creare delle ciambelline.
- Faccio cuocere in forno caldo e statico a 180° per 20-25 minuti: devono dorare appena.
- Per la glassa, mescolo lo zucchero a velo con l’acqua.
- Immergo i tarallini ormai freddi nella glassa, faccio colare via l’eccesso ed aspetto che la glassa si asciughi.