Domenica 10 marzo 2024: venticinquesima puntata con la stagione 2023/2024 di Linea Verde, il programma di Raiuno dedicato all’agricoltura, all’ambiente e a tutto ciò che lo circonda. Alla conduzione accanto al confermato Peppone arriva Livio Beshir e con la partecipazione di Margherita Grambassi.
Linea Verde Domenica
I conduttori riprendono la ricerca di cose buone e belle lungo gli infiniti percorsi che ci riserva il nostro Paese. Al centro della trasmissione ci sono i borghi con le loro ricchezze e tutta la filiera agricola che si dipana dai centri abitati alle campagne.
Da questa ricchezza di luce e di sapori, di agricoltura e allevamento, prendono vita e risorse le comunità locali che – a fronte di qualsiasi crisi e cambiamento – continuano a vivificare il territorio italiano e a conservare produzioni specifiche di altissima qualità che variano da territorio a territorio.
Linea Verde | Venticinquesima puntata | Domenica 10 marzo 2024
La venticinquesima puntata di oggi ci porta in viaggio nell’Umbria più intima: quella che fa da corona a Gubbio. La città di pietra, quella che custodisce i ceri che animano una delle feste religiose e di popolo più sentite, antiche e partecipate d’Italia per celebrare Sant’Ubaldo. Non a caso, i ceri di Gubbio sono anche il simbolo dello stemma della Regione, e le Tavole eugubine sono la più antica testimonianza dell’identità umbra che si manifesta anche nell’accoglienza. Basta ricordarsi dell’incontro di San Francesco col lupo che, da terrore di Gubbio, divenne il custode della città.
Peppone scopre i gioielli agricoli: dal maiale nero ai grani antichi, all’arte del pane, dalle produzioni di formaggi all’allevamento tutto naturale dei bovini a cavallo tra Gubbio e Sigillo, mentre Livio va in cerca dell’anima umbra tra arte, segreti della terra e ricerca in viticoltura. A oltre 800 metri di quota, Livio scopre lo spumante dell’Umbria: un progetto sperimentale di viticoltura per trasformare in opportunità di sviluppo la minaccia del cambiamento climatico.
Margherita scopre come il Monte Cucco sia stato acquistato appunto sette secoli fa dai contadini che lo hanno sin qui tutelato e sviluppato custodendo alcuni gioielli della natura di inestimabile valore, come le grotte carsiche che si aprono quasi in vetta al monte e sono tra le più grandi d’Europa. Ma un vero viaggio nel tempo è quello che si compie a Città di Castello. Qui, bussando al centro delle tradizioni popolari, viene accolta a casa dei contadini che dal ‘700 a oggi hanno coltivato queste terre e dove ancora si cuociono le tagliatelle nel paiolo.
(Da Comunicato Rai)