Linea Verde – Le anticipazioni, i temi e i luoghi della puntata del 9 novembre 2014, con Patrizio Roversi e Daniela Ferolla.
Settima puntata della nuova edizione di Linea Verde con alla conduzione il confermato Patrizio Roversi e la new entry Daniela Ferolla. Linea Verde un programma, itinerante e di approfondimento del territorio, vi accompagnerà con il racconto di quelle realtà che possono fregiarsi del titolo di biglietto da visita del Paese. Un patrimonio unico, un “made in Italy “ che va inteso nella sua globalità e va immaginato come un sistema dove tutti gli elementi si integrano in un’unica offerta di alto profilo: territorio, turismo, storia, cultura e cibo.
Quest’anno Linea Verde vuole cominciare proprio con la valorizzazione globale dei nostri territori attraverso temi e argomenti legati ad un mondo che ha bisogno di idee, innovazione, risorse e strumenti idonei per mantenere gli standard di alta qualità che ci distinguono. Qualità intesa come concetto globale che coinvolge soprattutto il miglioramento della sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare attraverso la possibilità di controlli sempre più mirati delle tracciabilità di filiera. Questa domenica il programma è in assoluta diretta. Si parte dalla biodiversità, sempre di più a rischio a causa dei processi di industrializzazione dell’agricoltura e delle logiche del mercato che tendono a premiare l’abbassamento dei costi dei prodotti e la loro produzione su larga scala, per arrivare all’agricoltura familiare, un altro elemento di grande importanza nello scenario agricolo mondiale. Un tema a cui la Fao ha dedicato grande spazio l’anno in corso e che spesso è tenuto a margine delle valutazioni e dalle scelte della politica sull’agroalimentare.
La puntata di oggi è dedicata all’Albania, Paese che sta generando una curiosità impensabile fino a pochi mesi fa. Merito forse della visita di Papa Francesco che ha scelto il “Paese delle Aquile” quale luogo ideale di un dialogo interreligioso che non mostra derive estremiste, o forse merito dei circa 20.000 imprenditori italiani che negli ultimi diciotto mesi hanno impiantato una qualche attività tra Tirana, Valona, Durazzo o la leggiadra Scutari, che mostra ancora con orgoglio i tratti della antica dominazione veneziana.
Armati di voglia di capire, di spirito di avventura e, soprattutto, liberi dai pregiudizi retaggio delle passate e infelici stagioni storiche (il più chiuso e assoluto regime comunista dell’Occidente prima, i disordini, gli esodi di massa, i gommoni, la guerra civile poi), Linea Verde andrà alla scoperta di un Paese la cui candidatura ad entrare in Europa come futuro stato membro è stata accettata a Bruxelles lo scorso giugno.
Il viaggio nell’economia agricola dell’Albania centrosettentrionale ha riservato scenari e realtà sorprendenti: dall’estremo nord dei villaggi al confine con il Montenegro e il Kosovo dove poche capre rappresentano la sopravvivenza di intere famiglie produttrici del Mishavine, l’antichissimo formaggio destinato alla notorietà che Slowfood gli ha da poco regalato nominandolo Presidio, alle piantagioni di salvia e ai boschi di castagno (le cui produzioni sono totalmente esportate le prime negli Stati Uniti, le seconde in Italia), ai mercati di bestiame dove le trattative non sono dissimili da quelle dell’Alto Medioevo, ai moderni caseifici che in soli cinque anni sono diventati realtà occupazionali di grande rilievo, ai tanti albanesi “migranti di ritorno” che dopo esperienze formative proprio in Italia, oggi aprono con grande successo attività di ristorazione e di accoglienza, ottima base per uno sviluppo turistico che non potrà mancare visti i panorami mozzafiato delle montagne, le Alpi albanesi, e la bellezza di 363 chilometri di coste che una volta tanto meritano l’abusato aggettivo “incontaminate” a pieno titolo.
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